Morti sul lavoro in aumento, la Regione interviene

Regione Veneto

È il Veneto, secondo il rapporto presentato oggi dall’Inail, la regione dove si registra il maggior incremento di incidenti mortali sul lavoro rispetto all’anno precedente. Nei primi 10 mesi del 2018 in regione sono state presentate all’istituto 100 denunce di morti sul lavoro, contro le 75 del 2017, con una crescita del 33,3%. Sono dati più alti rispetto al livello nazionale dove il pur consistente incremento si attesta al 9,4%. La provincia più colpita è Verona (25 casi) seguita da Padova e Treviso (17), quindi Venezia (15), Vicenza (13), Belluno (7) e Rovigo (6).
In crescita anche il numero complessivo degli infortuni sul lavoro che passano dai 62mila423 del 2017 ai 63mila755 del 2018, con un aumento del 2,13% (il dato nazionale registra un +0,2%).
A livello provinciale, questa triste classifica è guidata da Verona (13mila449), seguita da Vicenza (12mila180), Padova (11mila921), Treviso (11mila264), Venezia (10mila622), Belluno (2mila305), Rovigo (2mila014).
Di fronte a questi numeri la Regione non sta a guardare: trenta sono gli operatori in più da assumere quest’anno negli Spisal (Servizio prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro) per rafforzare l’impegno nella prevenzione, mentre sono in aumento i controlli ispettivi nelle aziende del Veneto (almeno 400 in più all’anno rispetto al 2017): sono i primi due impegni immediati per la salute e la sicurezza del lavoro assunti con il piano strategico regionale 2018-2020 per prevenire infortuni e malattie professionali in Veneto.
Il piano è stato firmato a palazzo Balbi da Regione, Ispettorato interregionale del lavoro, Inail, Vigili del Fuoco, Ance, Anci e Upi, sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil), associazioni datoriali (Casartigiani, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato Imprese, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Confimi Industria, Confprofessioni) e centrali della cooperazione (Confcooperative e Legacoop).

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